Il Tradimento in Letteratura: Un Motivo Intramontabile

Il tradimento, quel rinnegamento emotivo, fisico e psicologico di un vincolo d’amore, si è consolidato nei secoli come uno dei temi centrali della letteratura mondiale. Ma perché questa dolorosa esperienza umana ha sempre trovato un posto d’onore tra le pagine dei libri?

Origini Bibliche e Mitologiche

Le origini del tradimento come motivo letterario affondano le radici nei tempi antichi. Nella Bibbia, per esempio, il tema del tradimento è palpabile non solo nel contesto amoroso ma anche in un contesto più ampio di fede e alleanza. Il racconto di Giuda, che tradisce Gesù per trenta monete d’argento, simboleggia la profonda ferita dell’abbandono e del rinnegamento.

Dante e la Passione Infernale

Non possiamo parlare di tradimento senza citare il Canto V della “Divina Commedia” di Dante. Qui, Francesca e Paolo, due amanti intrappolati nell’Inferno per il loro adulterio, sono condannati a girare eternamente in un turbine, abbracciati e inseparabili. Questa rappresentazione è un pungente commento sulla natura dolorosa e autodistruttiva del tradimento.

Il Fascino dell’Adulterio

Spesso, in letteratura, il tradimento è stato utilizzato come mezzo per esplorare la complessità della psiche umana. Ad esempio, chi non conosce la divertente storia di “Don Giovanni”, il celebre libertino che, con il suo comportamento trasgressivo, ha sfidato le convenzioni sociali, pagando però un prezzo altissimo per le sue azioni?

Tondelli, Gadda e Bontempelli: Tradimento nei Tempi Moderni

Nei tempi più recenti, il tema del tradimento è stato rivisitato e rielaborato in modi unici. Prendiamo Pier Vittorio Tondelli e il suo romanzo “Altri Libertini”. Qui, il tradimento non si limita alla sfera amorosa, ma si estende anche all’abbandono delle radici culturali e delle tradizioni.

La raccolta si compone di sei racconti: Postoristoro, Mimi e istrioni, Viaggio, Senso contrario, Altri libertini e infine Autobahn.

I protagonisti del libro sono dei giovani degli anni Settanta, centrifugati verso un libertinaggio eversivo da quella società che ha prodotto il compromesso storico, escludendo di fatto quei giovani che si rifiutavano di conformarvisi: si tratta di tutta una umanità sommessa che cerca e trova la panacea alle proprie miserie nella droga o nella fuga da tutto e da tutti, anche da sé stessi.

E quell’Europa del Nord (Amsterdam, Bruxelles, l’Autobrennero…) vagheggiata e talvolta raggiunta da alcuni protagonisti rappresenta l’unica terra di libertà ancora concessa, in contrasto con quell’Italia provinciale, il cui simbolo è Correggio (città natale di Tondelli stesso), che è allo stesso tempo salvifica terra natale e luogo di morte (sia essa civile, intellettuale…).

Carlo Emilio Gadda, con “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, esplora il tradimento in un contesto di mistero e di indagine, offrendo una prospettiva unica sulle fragilità umane.

Roma, marzo 1927. Durante i primi anni del fascismo il commissario della Squadra Mobile di Polizia Francesco Ingravallo (detto “don Ciccio”), arguto e orgoglioso molisano, è incaricato di indagare su un furto di gioielli ai danni di un’anziana donna di origini venete, la vedova Menegazzi.

In seguito viene uccisa, nello stesso palazzo che era stato teatro della rapina, la moglie di un uomo piuttosto ricco, la signora Liliana Balducci. Il luogo del furto e dell’omicidio è un tetro palazzo al civico 219 di via Merulana, noto come “Palazzo degli Ori”, situato poco distante dal Colosseo.

La narrazione parte con la descrizione dell’ambiente attorno alla signora Balducci e si allarga ai Castelli Romani da dove provengono le domestiche della signora e le “nipoti”, ragazze che accoglieva come figlie per compensare solitudine e mancata maternità.

Intorno, una folla di comparse: la svenevole e avvizzita contessa Menegazzi, vittima del furto, il commendator Angeloni “prosciuttofilo”, i brigadieri della questura, i carabinieri di Marino a caccia di indizi nella campagna, le figure sfocate delle domestiche e nipoti.

Il giallo infine approda alla scoperta di un responsabile: l’ultima domestica di Liliana, ma senza che ciò sia confermato. Non a caso nelle varie redazioni il finale viene modificato e il colpevole cambia.

Massimo Bontempelli, in opere come “La vita intensa” o “Gente nel tempo”, tratta il tradimento non solo come un atto tra due persone, ma come una manifestazione più ampia di insoddisfazione e di alienazione nel mondo moderno.

La vita intensa – Romanzo dei romanzi è un romanzo di Massimo Bontempelli pubblicato in forma di volume presso Vallecchi nel 1920. I dieci “romanzi” che costituiscono il volume erano già apparsi a cadenza mensile nelle pagine della rivista «Ardita» tra il marzo e il dicembre del 1919.

Gente nel tempo è un romanzo di Massimo Bontempelli scritto tra il 1935 e il 1936, e uscito a puntate sulla Nuova Antologia nel giugno e nell’agosto del 1936. Venne pubblicato in volume nel 1937.

Prenotazioni SALOTTO TANFOGLIO

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Il tradimento, nella sua multiforme essenza, ha sempre rappresentato un punto di intersezione tra passioni proibite, lacerazioni interiori e dinamiche sociali. La letteratura, nel suo ruolo di specchio dell’anima umana, ha sempre raccolto, elaborato e restituito questi sentimenti, offrendo ai lettori un’opportunità unica di introspezione e di riflessione sulla natura umana.

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