Alessandro Pugi, con parole semplici, è riuscito a dare spazio a sentimenti universali.
“Una storia che spacca il cuore a metà. Lo avrò letto almeno sei volte e ancor oggi, quando ci penso, non riesco a trattenere le lacrime” (Michela Tanfoglio)

Le parole del cuore, di Alessandro Pugi – 2022 Bonfirraro Editore. In accordo con l’Agenzia EditReal.
Il nuovo romanzo di Alessandro Pugi toglie il fiato come come un pugno nello stomaco, e in questo caso la figura retorica è l’unica immagine che si può utilizzare per dare l’idea di ciò che si prova leggendolo. Una storia, quella contenuta nelle Parole del Cuore, impossibile dimenticare, perché utilizza il linguaggio universale delle emozioni, della vita e della morte. Un libro che coinvolge ognuno di noi e che porta a chiedersi: e se tutto questo accadesse a me?

Alessandro Pugi – scrittore
TRAMA
Diventare padri significa diventare uomini, prendersi la dolce responsabilità per la crescita di un figlio. Matteo Celi ne è consapevole, ma mai avrebbe immaginato che il destino cambiasse così drasticamente la sua vita. Sara, la giovane moglie, muore mettendo alla luce il piccolo Lorenzo.
Una notizia drammatica che associa la morte alla vita, la gioia al dolore. Quella notizia così cruda e reale lo porterà, per un istante, a odiare quel piccolo fagotto biondo, che si muove teneramente nella culla. Si dice che il tempo cura le ferite; non esiste proverbio più sbagliato. E questo Matteo lo sa.
Per dieci lunghi anni segue, tra alti e bassi, i progressi del piccolo Lorenzo, districandosi tra le difficoltà della gestione di un pub in crisi, l’amicizia di Andrea e di Jack, il cucciolo di cane che Matteo ha salvato da morte certa la stessa sera della nascita di Lorenzo.
Matteo si chiede spesso se può esistere un nesso tra la morte di Sara e il ritrovamento di Jack, un animale straordinario che si prende cura, per quanto possibile, della crescita di Lorenzo. Ogni giorno si occupa di svegliare Lorenzo, lo accompagna a scuola; sembra che la loro sintonia provenga dal profondo dell’anima, da quel posto ai più sconosciuto.
Ma il fantasma di Sara è sempre vivido nella memoria di Matteo e quando tutto appare incanalato verso la felicità, ecco che il destino torna prepotente a mischiare le carte nella sua vita. E lo fa concedendogli gioia e dolore. Gioia, per la conoscenza di Eleanore, stupenda e famosa attrice americana in visita a Bologna; dolore, per l’incidente occorso a Lorenzo, una banalità che lo costringerà in coma per lungo tempo. Emerge prepotente la simbiosi esistenziale che accomuna Matteo e Jack.
I due, ognuno a modo proprio, esprimono quel dolore cieco che ha invaso la loro anima.

Le parole del cuore, Alessandro Pugi – Bonfirraro Editore in accordo con EditReal
Abbiamo voluto selezionare per voi alcune frasi estratte dal romanzo, quelle che descrivono al meglio l’essenza di Alessandro Pugi e delle Parole del cuore.
- Si dice che ogni persona fa un rumore diverso quando inciampa nella nostra vita, quello di Samuele sarebbe stato un tonfo assordante nella mia.
- Mi consegnai al dolore come un prigioniero al suo nemico.
- Era il rumore del mio mondo che si sgretolava.
- Occhi negli occhi, mi scoprii fragile.
- Avrei gettato la maschera, affermando a voce alta che vivere, per me, non era più importante.
- Il dolore è un maestro taciturno , ci insegna la crudeltà della vita senza la necessità di parlare.
- La nostra relazione era sbocciata come un solitario fiore nato tra le macerie di una guerra.
- Consideravo il sonno come una strega pronta ad allungare le unghie affilate per ghermire la mia anima.
- Cullavo una sola certezza: qualunque fosse stata la mia scelta, avrei dovuto dire addio a mio figlio.
- Conoscevo il reale significato di quei sogni e stabilii un patto con me stesso; non li avrei raccontati a nessuno nella speranza di eludere la realtà.
- Quando lo sentì arrivare, il cuore iniziò a martellare con sempre meno frequenza, fino a quando l’ultimo colpo lo costrinse a chiudere gli occhi.
- Come le tenebre che calano sulla luce, la certezza di quel viso spento fu il mio vero impatto con la realtà.
- Ogni uomo affronta a suo modo il dolore, ma c’è una cosa che ci accomuna tutti: aumenta a dismisura ogni volta che i ricordi lo alimentano.

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- Il suono di quella parola mi scaraventò nell’abisso dei ricordi, costringendomi a rivivere i frammenti di un passato sferzato da un vento sempre presente e sospinto dalla stretta di due cuori che avevano condiviso un decennio della loro vita; di fronte al rifiuto dell’idea di non sentire più quella voce sottile vibrare nell’aria; di non incontrare quello sguardo sorridente racchiuso in un ritaglio d’immagine, docile, ingenuo come il suo viso.
- Respirai a fondo, ordinando al corpo di alzarsi, e quando fui in piedi, non riuscendo a dare un senso a quella notizia terribile e inaspettata, mi sentii come un funambolo sospeso nel vuoto in procinto di fare un passo sbagliato.

Le parole del cuore, Alessandro Pugi – Bonfirraro Editore in accordo con EditReal
- Mi ero sempre considerato il comandante della nostra nave, l’artefice di quel viaggio meraviglioso chiamato amore, in verità ero solo il mozzo di un capitano che sapeva guidarla restando nell’ombra.
- Rievocare ogni singolo evento significava concedere alla mente una lama di luce che tagliava l’oscurità, subito annientata dalla barriera che mi apprestavo a oltrepassare, rappresentata dalla nuda realtà. In quel momento riaffiorò la sensazione di non farcela da solo. Avevo bisogno di un appiglio, di un ramo che impedisse alla corrente provocata da quello tsunami di trascinarmi via.
- Il mio umore pareva accompagnato da onde brevi ed energiche, specchio di un mare interiore che stava iniziando ad agitarsi; non poteva essere altrimenti in quel particolare giorno.

Alessandro Pugi, Le Parole del cuore
- Eleanore, mettendosi a nudo, mi confessò che quello di dedicarsi totalmente a un’altra persona era un pensiero che non le aveva mai attraversato la mente. Le risposi con una frase ormai logora, ma sempre attuale: le necessità avevano il potere di cambiare il significato ai nostri giorni.
- Il liquido fresco sembrò attenuare la forza del disordinato fuoco che ardeva nel mio cuore, alimentato dalle immagini, dalle voci provenienti dal passato. Rituffarmi in quel mare di ricordi, vasto e carico di significati, era stato difficile ma ancora più difficile sarebbe stato continuare a restare a galla nell’immenso oceano che si stagliava all’orizzonte.
- Si guardò allo specchio, chiuse gli occhi e il volto sorridente del piccolo prese forma. Stranamente ricordava ogni linea, ogni riflesso innocente. Il naso aveva catturato il suo odore di bambino contribuendo a focalizzare la sua immagine nella stanza. Il fiato si fece corto e le lacrime scesero impietose a suggellare quel dolore forgiato dal rammarico per le occasioni che non si sarebbero più ripresentate nella sua vita.
- Il dolore è un maestro taciturno, ci insegna la crudeltà della vita senza la necessità di parlare; lo fa nell’agonia di un istante lasciandoci nudi e indifesi a leccarci le ferite.
- Le parole risuonarono distorte nella mia mente. Era la menzogna che continuavo a raccontarmi da quella mattina; ero io ad avere la necessità del suo corpo, della sua voce, del suo odore.

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- La morte! La sentivo penetrare nella carne come una lama affilata che sprofondava lentamente, sempre più giù, sempre più a fondo, alla ricerca della mia anima, per inciderla, e lasciar finalmente uscire tutta l’oscurità accumulata.
- Il groviglio di ricordi uscì improvviso come liberato da quello squarcio profondo e fu in quel momento che le lacrime tornarono a reclamare il proprio posto, avvolte dal silenzio assordante in cui si erano nascoste fino a quel momento.
- Si voltò prima di chiudere la porta e nel locale illuminato solo dallo spicchio di una luna splendente, gli sembrò che la parte irrazionale della sua mente visualizzasse quella figura esile. Lorenzo era al solito posto, sullo sgabello vicino alla vetrata, le gambe incrociate, i capelli morbidi e gli occhiali ben piantati sul naso, intento a disegnare figure astratte tra la condensa dei vetri. Ad Andrea mancò il respiro quando gli parve girarsi verso di lui e lanciargli quel sorriso innocente che da sempre aveva amato, salutandolo con la manina. Si allungò per toccarlo e lui sorrise di nuovo mentre la sua figura si disperse nell’aria come la nebbia diradata da un vento improvviso.