Ivana davanti al mare, di Veronika Simoniti, Morellini Editore

Ivana davanti al mare, di Veronika Simoniti, Morellini Editore

Ivana davanti al mare
di Veronika Simoniti
collana Varianti – 17,90 euro

«Simoniti tesse il suo romanzo di diverse storie, così ricostruendo diversi segmenti del passato, tra i quali una gran parte è costituita dal mondo afflitto dalla guerra, e lo fa in modo eccellente e conciliante,
con una speciale morbidezza e sensibilità linguistica.»
– Matej Bogataj (Mladina)

Sarà in libreria dal 26 maggio il romanzo dell’autrice slovena Veronika Simoniti (traduttrice di Andrea Camilleri in Slovenia), “Ivana davanti al mare” (collana Varianti, 200 pp., 17,90 euro), campione d’incassi in Slovenia e già tradotto in diverse lingue, racconta un periodo drammatico della storia europea, in quel crocevia di popoli rappresentato da Istria ed ex Jugoslavia. Una vicenda tra Trieste e la Slovenia che conduce il lettore in una delle vicende più dolorose della nostra recente storia.

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Giorni nostri. Una quarantenne slovena che vive col fidanzato a Parigi, torna in Slovenia per concludere la vendita della casa dei defunti nonni sul litorale e casualmente trova una vecchia foto: l’immagine mostra sua nonna Ivana incinta e una bimba, sua figlia, che le dà la manina: come mai la nonna si mostrava incinta era incinta benché sua madre fosse figlia unica? Esisteva forse un fratello di sua madre, tuttora ignoto?

Anni Venti del Novecento. Ivana frequenta l’istituto magistrale femminile, dalle suore, il suo carattere battagliero ed orgoglioso tuttavia si oppone alle regole conventuali; la ragazza incontra Adrijan, che lei chiama Jadran, i due s’innamorano, ma devono vivere diversi anni separati. Dopo anni, Ivana riesce a sancire con Adrijan l’unione civile, trasferendosi da lui. Nel 1938 nasce loro figlia Pina (che poi diventerà la madre della interprete).

Nel 1941 Adrijan, in quanto intellettuale sloveno, viene confinato dalle autorità naziste in Serbia, a Kaonik vicino al confine bulgaro. Ivana e la figlioletta Pina si rifugiano nella regione della Gorenjska, nel piccolo borgo di Železna voda, presso Ljuba, la sorella di Ivana.
Il racconto prosegue tramite la corrispondenza tra Ivana e Adrijan, dalla quale veniamo a sapere tante cose sulle condizioni di vita e gli avvenimenti della Seconda guerra mondiale in Slovenia e in Serbia. Durante la guerra conosce il partigiano Vitalij e, in assenza del marito Adrijan, s’innamora di lui senza smettere di pensare al marito. Un giorno Ivana viene arrestata mentre contrabbanda i libri scolastici che le ha procurato Vitalij. Viene portata alla sede del comando nazista, nella vicina città di Kranj, dove scopre che il capo è l’ex preside della scuola con il nome tedesco di Alfons Kummer.

Dopo la guerra, Ivana, Adrijan e Pina devono aspettare un altro anno per poter andare a vivere insieme, alla fine viene loro conferita una casa lasciata dagli esuli italiani a Portorose, nell’Istria ormai iugoslava. Un giorno alla loro porta si presenta Vitalij, ormai famoso pittore e scultore che vuole farsi aiutare da Adrijan per poter vendere i suoi quadri anche in Italia. Ivana diventa ossessiva nei confronti di sua figlia Pina, teme che le possa succedere qualcosa, visto che la figlia s’ammala spesso e gravemente.

Ivana cerca di dimenticare gli anni di guerra, e la sua paura per la figlia si trasforma in un ossessionante tentativo di recuperare la giovinezza che le è stata rubata dalla guerra: diventa un’amante dell’arte e spesso va, con Adrijan o da sola, alla capitale slovena, Lubiana, per incontrare amici bohemien, tra i quali la figura principale è quella di Vitalij, ormai veterano di guerra, carismatico professore e artista, visto bene anche dalle autorità comuniste, intorno al quale si unisce un vasto gruppo di amici artisti e intellettuali.
Ivana cerca di parlargli di quello che è successo fra loro durante la guerra ma lui è inaccessibile e si rifiuta. Ivana inizia a rifugiarsi sempre di più nei propri paesaggi e mondi, reali o interiori, fino a cominciare a perdersi.

Alla fine la nipote di Ivana sta per lasciare la sua casa slovena: ormai ha venduto tutti i mobili, a Parigi se ne porterà dietro solo alcuni molto particolari. Arrivata nella capitale francese, trova tra i cassettini della vecchia credenza della nonna una lettera di Ivana mai spedita al marito Adrijan. Da questa lettera la nipote ricostruisce i fatti degli episodi accennati prima nel romanzo ma non svelati del tutto e che il lettore verrà a sapere solo alla fine.

Veronika Simoniti – (Lubiana 1967) è laureata in lingue e letterature romanze. Ha lavorato per vari anni come traduttrice freelance e lettrice di lingua italiana. In campo letterario ha esordito dapprima come autrice di fiabe per Radio Slovenia e in seguito con il racconto Metuljev zaliv (La baia della farfalla), con cui ha vinto il primo premio al concorso bandito dalla rivista “Literatura”. Da allora ha continuato a scrivere sia per la radio che per varie riviste letterarie. Ha vinto premi o ricevuto segnalazioni anche per altri singoli racconti. Nel 2005 l’editore Lud Literatura ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti brevi, Zasukane štorije (Storie contorte), segnalata dal Premio Esordio del 2005 e due volte inclusa tra i finalisti del Premio per la migliore raccolta di prose brevi Fabula 2006 e Fabula 2007. Nel 2011 ha pubblicato la sua seconda raccolta di racconti brevi, Hudičev jezik (La lingua del diavolo). I suoi racconti sono stati tradotti in quindici lingue straniere e figurano in antologie in lingue straniere (tra le quali la Best European fiction 2016). Nel 2014 è uscito il suo primo romanzo Kameno seme (Il seme di pietra) presso l’editrice Litera ed è stato segnalato, nel 2015, dal Premio Kresnik per il migliore romanzo dell’anno. Nel 2018 sono uscite due raccolte di racconti scelti tradotti: Teufelssprache (Litterae Slovenicae) in tedesco e Mere Chances (Dalkey Archive Press) in inglese. Nel 2019 ha pubblicato, per i tipi della casa editrice Cankarjeva založba, il suo secondo romanzo Ivana pred morjem (Ivana davanti al mare) che è stato segnalato dal Premio Modra ptica per il miglior manoscritto e ristampato lo stesso anno. È stato segnalato, inoltre, dal premio Kritiško Sito dell’Associazione dei critici letterari sloveni nel 2020, e ha vinto, nello stesso anno, il Premio Kresnik per il miglior romanzo dell’anno. È del 2019 anche Fugato, segnalato nel 2020 dal Premio Novo Mesto per la migliore raccolta di racconti brevi.