Recensione: “Ritroverò Leonardo?” di Alberto Pizzi
Alberto Pizzi, con “Ritroverò Leonardo?”, ci trascina in un vortice intricato dove storia, mistero, e destini intrecciati riflettono i contrasti dell’umana condizione. La narrazione, impregnata di chiaroscuri e tensioni, rievoca un’epica di intrighi che legano il passato artistico dell’epoca rinascimentale con le complesse dinamiche del mondo contemporaneo, in un giallo coinvolgente.
Una pergamena di Intrighi e Ombre
L’opera si articola come un reticolo di avvenimenti, destini, e rivelazioni, in cui i protagonisti vengono avvolti in una spirale di misteri. La trama, vertente sui disegni perduti di Leonardo, presta al racconto una profondità storico che è, a un tempo, un omaggio all’immortalità dell’arte e una riflessione sulla transitorietà della vita di oggi e l’immortalità dei grandi misteri del passato.
Pizzi abilmente mescola il tessuto della Storia, l’aura di Leonardo, e le intricate vicende personali dei personaggi, creando una simbiosi quasi baudelairiana, dove l’eterno e il transitorio si fondono in un abbraccio ambivalente.
“Ritroverò Leonardo?” è un intrigo poliedrico e conturbante, articolato attraverso un perfetto bilanciamento tra le suggestioni storico-artistiche e le dinamiche thriller. L’opera, esordendo con una quarta di copertina che ci catapulta in una rievocazione storica del 1494, ci svela subito la perdita dei quattro disegni preparatori del celebre Cenacolo di Leonardo Da Vinci, assumendo la fisionomia di un macguffin di grande impatto narrativo.
La moderna trama del 2022 si dispiega in un intreccio complesso, con la vendita di una villa sul lago Maggiore come proscenio e l’ombra persistente di un antico e tragico incidente. L’introspezione dei protagonisti rivela le cicatrici non rimarginate del passato, gli amori infranti e i sogni distrutti. La presenza costante di Leonardo e dei suoi disegni perduti costituisce il fil rouge dell’intero romanzo, e non è difficile percepire la gravitas che gli avvenimenti storici imprimono alla contemporaneità.
In questa cornice, il maresciallo Calarco e il giornalista Marcello Forni emergono come icone del romanzo, rappresentando un duo sinergico che conduce il lettore attraverso gli intricati meandri della narrazione. L’interazione tra questi due personaggi rievoca l’archetipo dell’investigatore e dell’informante, dando luogo a dinamiche ben calibrate.
I Protagonisti e il Lorans Enigma
Il maresciallo Calarco emerge come una figura erculea, simbolo dell’inesorabile ricerca della verità, mentre la sua interazione con Marcello Forni si rivela un’efficace contrapposizione di luci e ombre, di fedeltà e conflitti, suggerendo la complessa dualità dell’esperienza umana.
Tuttavia, è l’intricata relazione tra Bardelli e Revello, antichi compagni di liceo divenuti avversari, che costituisce il cuore pulsante del romanzo. L’incidente d’antan, le sue ombre, e i suoi fantasmi rappresentano metaforicamente il peso del passato e la lotta incessante tra memoria e oblio.
Margherita, con la sua presenza tormentata, aggiunge profondità emotiva, incarnando il rancore e la sofferenza di relazioni spezzate.
La tessitura narrativa di Pizzi è densa e avvincente, il suo stile è fluido e avvolgente, capace di trascinare il lettore in un universo in cui realtà e finzione si confondono.
Summa et Reflexio
“Ritroverò Leonardo?” è un’opera che, immergendosi nel genere “azione a sfondo storico”, rivela la capacità dell’autore di mescolare l’adrenalina del thriller con le risonanze e le ombre – maledette o meno – del passato.
Sebbene si possa pensare che Pizzi abbia tratto ispirazione da opere simili come “Il codice Da Vinci”, l’autore vince e conserva una propria unicità e autenticità, rendendo, grazie al romanzo, un valido contributo al panorama letterario contemporaneo.
Alberto Pizzi, con la sua passione per la letteratura e l’intrigo, ha fornito ai lettori una trama avvincente e complessa, che invita alla riflessione e, al contempo, intrattiene con maestria.
Una lettura consigliata a chi ama avventure pulsanti, intrighi e rievocazioni storico-crime.
Alberto Pizzi è nato nel 1954 a Casale Corte Cerro, dove risiede. È libero professionista con la passione per la corsa. Suoi racconti sono contenuti nelle antologie “Delitti di Lago”, “Nuovi Delitti di Lago” e “Delitti di Lago vol. 3”, vol. 4, vol. 5 e vol. 6 (Morellini). Per Vallecchi Firenze ha pubblicato nel 2021 il romanzo “I disegni perduti di Leonardo”.

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